Attrarre e trattenere i talenti: una capacità da sviluppare in azienda

Ho trovato molto interessante questo articolo di Roberto D’Incau su Linkedin relativamente la capacità di attrarre e trattenere i talenti.

“ …. In principio era lo stipendio. Poi sono diventati la flessibilità e lo smartworking.

Le strategie delle aziende per attrarre e trattenere talenti sono troppo spesso basate su ciò che gli stessi vogliono al momento.

Un approccio destinato a funzionare solo nel breve periodo: è vero che un aumento di stipendio o modalità agili di lavoro sono facilmente apprezzate dai dipendenti, ma fanno parte di quell’”offerta materiale” facilmente replicabile da parte dei competitor.

Per questo motivo il focus dovrebbe spostarsi su ciò di cui i talenti hanno bisogno per assicurare un futuro prospero a se stessi e all’azienda stessa.

Come spiegato da Harvard Business Review deve essere creata una “employee value proposition”, un sistema composto da quattro fattori.

  1. Primo fra tutti, per l’appunto, l’offerta materiale, che consiste nello stipendio, nella flessibilità, nella tecnologia e nel luogo in cui si lavora.
  2. In secondo luogo, ci sono le opportunità di crescita, che riguardano la capacità dell’azienda di aiutare i dipendenti ad acquisire nuove competenze e a sviluppare la propria carriera con nuovi ruoli e promozioni.
  3. Il terzo fattore è il senso di community, che deriva dal fatto di fare parte attiva di una organizzazione: essere apprezzati per il proprio lavoro e instaurare delle relazioni sociali aiuta i talenti a esprimersi e a creare un senso di appartenenza.
  4. Per finire c’è il purpose, la mission ispirazionale per cui le aziende esistono: deve essere allineata con il desiderio dei dipendenti di contribuire a sviluppare una società migliore.

Questi quattro punti sono legati uno con l’altro.

Deve essere ben chiaro che prendere una decisione su una di queste componenti ha effetto su tutte le altre.

Solo per fare un esempio, decidere di puntare o meno sullo smartworking o inseguire un purpose non davvero condiviso a tutti i costi possono intaccare il senso di comunità.

A fare la differenza è quindi una visione sistemica di questi fattori: non devono essere gestiti separatamente ma con un approccio complessivo e armonico, in cui si ha ben chiaro che ogni punto deve essere assolutamente coerente con l’altro…”

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